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sabato 13 agosto 2011

I LOVE shopping but... i HATE the shop assistant!



Quel giorno il mio morale era a terra. Ero uscita dall'ufficio amareggiata, al lavoro il periodo non era dei migliori. Avevo deciso così di fare due passi in centro, assaporare quel venticello autunnale che mi scompigliava i capelli e faceva girare vorticosamente i miei pensieri come  con le foglie ai margini delle strade. Non era ancora arrivato Halloween ma già qualcuno azzardava decorazioni natalizie. "Come passa veloce il tempo", pensai tra me e me.
 Ad un certo punto venni attratta da quella vetrina. Sì, quella curatissima, elegante e con vestiti sempre stupendi. Peccato per le commesse.  Quelle che ti fanno passare la voglia di entrarci in quella boutique. Loro sono sempre così....impeccabili e ti fanno sentire inadeguata. E' successo a tutte no???? C'è sempre, in ogni città, in qualsiasi nazione, un negozio che ha capi stupendi ma le commesse... poco gentili. Ma come, non lo sanno i negozianti, che per aumentare le vendite devono scegliere commesse simpatiche o che perlomeno non ti guardino dall'alto in basso appena varcata la soglia del negozio???
 Decisi di entrare comunque. Non mi sarei fatta intimorire dalla loro antipatia. Sono una ragazza carina, colta e ben vestita. Quest'ultimo pensiero mi spinse ad entrare.

Appena entrata, quell'odioso campanello che preannuncia il tuo arrivo iniziò a suonare finché io non riuscii a spostarmi dal suo raggio di azione. Fui accolta dalla carinissima ragazza che, dopo aver miagolato un "ciao" mi fece la "radiografia". Dall'alto in basso, dal basso in alto. Mi ero già pentita di essere voluta entrare. Notai il suo sguardo posarsi sui miei capelli. Probabilmente qualche foglia secca aveva deciso di trovare rifugio sulla mia incolta chioma. (Accidenti a questo ventaccio). Per giustificare lo stato dei miei capelli mi venne in mente di dire: "Che vento, sta arrivando l'inverno O.o". Poi mi accorsi che lei non mi aveva sentito, stava sistemando delle t-shirt,  già ordinatissime.
Il negozio sembrava perfetto. Lei era  perfetta. Tutto era in ordine perfetto, come se nessuno vi fosse mai entrato. I vestiti erano esposti per colore. La commessa decise di farmi notare che tutti i differenti modelli erano già esposti. Quindi non avrei dovuto aprire le confezioni. (Certo non lo faccio mai, O QUASI MAI!!). 
Non avrei mai dovuto entrare qui, non c'è nessun gusto a comprare in un negozio così preciso!
Ad un tratto vedo un paio di pantaloni. Questo è il negozio più sbagliato per comprare i jeans. Si sa che le ragazze hanno le loro insicurezze ed i pantaloni ne sono l'emblema. Ormai il guaio è fatto. Qualcosa dovrò pur provare! Questi mi piacciono e rompendo il silenzio dico:
"Posso provarli??? Ho già trovato la mia taglia."
Lei:" E' sicura?? Quelli vestono piccolo" (Classica frase da commessa acida)
(AAAAAAAAAAAAAH) "Si sono sicura". (Sicuramente non mi entreranno).
Entro nel camerino ed ecco, lo specchio, mostra sul mio viso tutta la stanchezza della giornata trascorsa.
Il neon evidenzia le mie occhiaie (Perchè sono entrata???). Gli specchi dei camerini sono orrendi!
Mi slaccio la cerniera dei  jeans.  O NOOOO! Indosso gli stivali! Questi non escono tanto facilmente! Mi deve sempre aiutare qualcuno a toglierli. Un' amica o mia sorella! Ed ora come faccio??? Mi abbasso e cerco di tirare la scarpa. Inizio a sudare e a tirare. Più tiro e più sudo. Finalmente il primo esce!!! 
Con un tempismo perfetto la commessa miagolando mi chiede: " Come vanno i pantaloni???? Ne ho venduti tantissimi così! LI HO COMPRATI ANCHE PER ME

  1. Com'è possibile che tutte le commesse comprino sempre la merce del negozio????? 
  2. Mi sono tolta solo il primo stivale!

Finalmente riesco a togliere anche l'altro  e ad infilare i pantaloni ribattezzati: "GUAINA". Intanto lei è sempre lì, in attesa di vedere come porti questi pantaloni "spaziali". Sono obbligata ad uscire dallo sgabuzzino e lei con un sorriso alla Crudelia De Mon: "Ti stanno benissimo... Se vuoi però ti faccio provare una taglia in più
(Io trattenendo il respiro altrimenti scoppio)
"Guarda, veramente non mi piacciono....ehmmm... come stanno sul .....ginocchio :D" 
"Ah, non ti preoccupare, pensaci...."
Mi rivesto in tutta fretta e dopo aver fatto la sauna esco finalmente dal camerino con i pantaloni tutti arrotolati tra le mani.
Così per accontentare la commessa borbotto un: "Dò un occhiata in giro per vedere se trovo qualcosa che mi piace".
 Nel frattempo mi avvicino all'uscita del negozio buttando un carino qui e là. Il campanello a raggi infrarossi suona nuovamente. Riesco ad uscire di nascosto mentre la  ragazza è nella stanza accanto. 
Miagolo un ciao ed esco. 
Non ci entrerò mai più :-)
Alla prossima

4 commenti:

  1. Ahahahah ! Quanto odiamo queste maledette commesse!Anche io evito accuratamente i negozi in cui il personale sembra un branco di avvoltoi..
    Parlando di sventure nei camerini...
    Una volta da Zara mi si è incastrata la zip di un vestito a fascia e non riuscivo a toglierlo, (lo avevo infilato piuttosto facilmente). Il commesso acido (e gay) non voleva far entrare la mia amica con me perché "nei camerini si va una alla volta" e così sono dovuta uscire mezza nuda -e tutta sudata- per fargli vedere il disastro..alla fine Chiara mi ha aiutato ad uscire dal quel "coso" turchese, l'ho quasi lanciato al commesso, e sono fuggita! Mai più nemmeno io!! ;)

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  2. ahahahahaahahahahaha grandissima Giò! i commessi e le commesse sono fondamentali per il guadagno di un negozio!!ti ricordi invece quelle di cui avevamo parlato rispetto ai compliementi fatti al ragazzo????? No comment! :D

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  3. So esattamente di che parli!..io mi limito a dire...."DO UN OCCHIATINA!"...così per un pò mi lasciano in pace!...Daniela

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  4. Questa è una cosa che ci accomuna tutte...:)

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